La gara di Kiev ha risvegliato, nel popolo nerazzurro, antiche emozioni, forse un po' sopite, ma mai estinte. Sono le emozioni da "Pazza Inter", ancor più forti di quelle che sta regalando il campionato, dove l'Inter è in testa con sette punti di vantaggio sulle inseguitrici. Vere autentiche emozioni che vanno oltre il fiato sospeso e i forti battiti di cuore che l'Inter sa regalare ai propri tifosi in certe partite. Una "Pazza Inter" che incolla "immobili" i suoi tifosi in poltrona o li fa passeggiare nervosamente man mano che trascorrono i minuti o, ancora, li fa alzare e sedere ad ogni azione di gioco ed infine li fa scatenare in un urlo liberatorio, quando il pallone entra in rete. Goaaaaaaalllllll. Alla faccia degli avversari in campo; alla faccia di qualche giocatore della squadra opposta che si diletta a fare i dispetti i nerazzurri (ieri sera si chiamava Sheva, ad esempio); alla faccia di coloro che "gufano", se la ridacchiano e sono pronti sempre e comunque a sentenziare sul gioco dei nerazzurri. Prima ancora della gioia del goal, c'è l'urlo liberatorio che svincola i tifosi nerazzurri dalle insidie del pericolo, dalle invidie degli avversari, dalle maledizioni del passato. Poi viene tutto il resto. Come la gioia (seppure per una serata) di essere primi nel girone, davanti al Barcellona dell'ex Ibra. Amala, pazza Inter, amala!