
Per la quarta volta consecutiva negli ultimi tre anni, l'Inter si aggiudica il titolo di campione d'Italia, il diciassettimo della sua storia. Il risultato di Udine, con la vittoria dei bianconeri di Marino sul Milan per 2-1, regala all'Inter la straordinaria opportunità di scendere in campo nel posticipo di stasera contro il Siena con lo scudetto già cucito sulle maglie. Uno scudetto largamente meritato, almeno per tre motivi: la superiorità fisica e di gioco dei nerazzurri rispetto alle rivali; la grande tenuta del gruppo (leggasi dello spogliatoio) per tutta la stagione; la straordinaria genialità di Mourinho, come allenatore, e di Ibrahimovic sul campo. Ingrendienti di uno scudetto che l'Inter, partita dopo partita, ha saputo guadagnarsi, dimostrando capacità di reggere all'onda d'urto della stampa (mai tenera nei confronti dei nerazzurri) e della piazza (delusa, specialmente dopo l'uscita dalla Champions League). E' il diciassettimo scudetto della storia, vinto in un anno che si ricorderà per le grandi performance tecniche del genio Ibrahimovic, per l'esplosione dei giovanissimi Santon e Balotelli, per le straordinarie parate di Julio Cesar, per la inesauribile forza a metà campo di Stankovic e di Cambiasso, la generosità di Zanetti e il grande contributo di Muntari; ed ancora, per le discese sulla destra di Maicon, per le alterne vicende di Adriano (che ha lasciato per sempre i nerazzurri) e per la solidità difensiva di Chivu, Cordoba e Samuel. Senza dimenticare tutti gli altri che, quando scesi in campo, hanno sempre dato un grande contributo alla squadra, come il brasiliano Maxwell. Il merito principale di questo diciassettimo scudetto va a Mourinho, nella prima stagione di un ciclo, apertosi con la vittoria nella Supercoppa, che attende, speriamo il prossimo anno, la conquista della Champions League. Per il momento, il popolo nerazzurro si gode la festa e celebra uno straordinario scudetto, il 17esimo, vinto surclassando il Milan e la Juventus.